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La pandemia ha fatto piombare l’Italia intera, o quasi, in smart working. Ma è davvero smart working quello che stanno facendo gli italiani? Il lavoro agile dovrebbe spingere dipendenti e aziende a lavorare verso obiettivi e non più ad orari rigidi; ma per chi non è stato preparato a questo passaggio il lavoro da remoto si è trasformato in un incubo. A risentirne è soprattutto l’umore, la capacità di riuscire a trovare del tempo libero e l’abilità di staccare gli occhi dallo schermo: se in ufficio gli italiani che si ritagliavano l’ora di pausa pranzo erano davvero tanti, oggi in smart working dichiarano di trascorrerla davanti allo schermo mangiando qualcosa al volo.

La pausa pranzo in smart working: cosa ne pensano gli italiani

Sul piatto della bilancia c’è il benessere degli italiani che hanno bisogno non solo di un pasto bilanciato per poter rendere al meglio sul lavoro ma anche per la loro salute. Secondo le statistiche condotte da Elior il 50% degli italiani in Smart Working si ritiene insoddisfatto della pausa pranzo a casa; più alta l’insoddisfazione femminile su cui sembra ricadere più frequentemente il peso della preparazione del pasto familiare.

Lo smart working, così come viene applicato oggi nel nostro Paese, non è esattamente il paradiso che ci aspettavamo. Secondo i dati raccolti il 33% degli italiani dichiara che sembra impossibile mantenere una dieta sana e varia mentre il 42% dice di trovare impossibilità nello staccare davvero dal lavoro, infine il dato più preoccupante è il 30% che racconta di avere meno tempo per se stesso.

Cosa fare per riuscire a riappropriarsi della pausa pranzo? Il primo consiglio è quello di creare un menù settimanale in modo da avere sotto controllo cosa acquistare e quando, come cucinarlo ed eventualmente anche prepararlo in anticipo quando possibile.

Un’altra soluzione è quella di affidarsi ad un servizio di delivery. No, non di junk food o altrimenti vi addormenterete davanti allo schermo; noi ad esempio offriamo un menù dinamico aggiornato quotidianamente con proposte di stagione e di tendenza per variare mescolando abilmente gusto e genuinità.

Pausa pranzo in smart working: 5 tipper per sopravvivere

Ecco 5 consigli pratici di nutrizionisti e smart worker raccolte tramite social ed interviste per riuscire a sopravvivere alla pausa pranzo in smart working ritrovando il sorriso e il piacere di gustarsi un pasto caldo e goloso.

  1. La programmazione ti salverà

La creatività e l’improvvisazione sono doti preziose che spesso dirottiamo sul lavoro quindi quando arriva il momento della vita privata eccoci con un vuoto. Programmare un menù settimanale può fare la differenza.

  1. Piatti equilibrati

Prediligi un piatto unico per risparmiare tempo ma presta attenzione alla sua composizione, è importante che contenga carboidrati, proteine e grassi, anche se non sei a dieta i pasti bilanciati sono alla base di una sana alimentazione.

  1. Non eliminare i carboidrati

A meno che non sia stato il tuo nutrizionista a suggerirtelo non affidarti al fai da te e non eliminare i carboidrati, questi alimenti sono il nostro carburante e anche in smart working ci servono per poter essere produttivi.

  1. Non pranzare davanti al PC

Questo è il consiglio più difficile da seguire, ma è fondamentale per la riuscita della tua pausa pranzo. Mangiare nervosamente davanti al computer potrebbe non solo non farci sentire sazi ma innervosirci; prendete quindi il vostro tempo per pranzare al tavolo magari con la vostra famiglia anche per riposare lo sguardo dalla luce blu dei dispositivi.

  1. Prepara il pranzo in anticipo

Cucinare al momento può essere complicato e di difficile gestione, quando non ti affidi ad un servizio delivery cerca di preparare il pranzo in anticipo. Puoi ad esempio cucinare una cena più abbondante per avere già pronto qualcosa da scaldare oppure durante la sera precedente preparare ciò che mangerai durante il pranzo il giorno dopo.

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